Alba Donati su Al mondo:
« Se fossi la Terra »: inizia cosí questo libro di Teresa Zuccaro, con una dichiarazione di identità differita. Al mondo è un libro sull’identità, che viene sminuita in chi la ostenta e celebrata, invece, con pudore, dove nessuno la cerca piú; ed è un libro contro la rapidità, l’efficienza, il presenzialismo del nostro tempo. Teresa Zuccaro si affida a quel tempo misterioso e profondo dove « suono aggiunto a suono dà silenzio di tomba » e « luce su luce è uguale a nero »;
si dichiara sbadata, lenta, incompleta, inadatta alla verità, ma anche attenta al desiderio, che « spesso è il suo contrario ». Il mondo della ‘nomenclatura’ appare capovolto nello sguardo di una stella, di un’alga marina, di un’ostrica, di un bambino che andando a scuola a Beslan il primo settembre del 2004 ha registrato un’anomalia: ha imparato cosí tanto in poche ore che non gli sarà sufficiente « un arco vitale » per tornare puro. Nel momento in cui viene registrato, dopo Madrid, l’Ossezia, il Medio Oriente, il problema di un’identità fatta a pezzi che riguarda il mondo, viene altresí riaffermata l’indistruttibile bellezza di ogni creatura, che « in questa sera d’estate infinita / è meraviglia »
Claudio Cinti su Il tuo sguardo avere vorrei:
Simplex arcanum veri: è forse questa la chiave per intendere gli stupendi versi d’amore di Teresa Zuccaro, o meglio: per accordarsi al loro sensibile splendore. E una volta trovato l’accordo, diviene possibile ascoltare la profonda armonia che li sostiene. Nei tredici pezzi che compongono Il tuo sguardo avere vorrei, le vibrazioni del dettato di Teresa percuotono la superficie dell’esperienza amorosa come i colori del pittore impregnano la tela: per rivelare « completamente » le sue « sfumature »; « per dare alla luce / tanta luce »; « per fare apparire senza indugio » la sua complessa, « arrotolata » dimensione. Ché se « anche un bimbo / o un pazzo » la « può fare »; ché se ogni donna e ogni uomo capaci d’amore conoscono tutte le sue pieghe e sanno farne « tesoro », è solo la ‘semplice’ parola del poeta quella che riesce a irradiare – a beneficio di ogni donna e di ogni uomo – la giusta concentrazione di mistero e verità, di « premura » e di pudore: « ho acceso il tuo bel nome tra le stelle ».