Annota Stefano Ballarin: «Quel che resta – che perdura – lo fondano i poeti, scriveva Hölderlin. A essi è affidata, secondo le magistrali glosse di Heidegger, la cura delle cose nel tempo, e alla poesia il fondamento dell’esserci.
Abitando poeticamente il mondo si riceve in dono l’unico fondamento possibile dell’esistenza. Quel che resta dell’onda di Alessandro Mistrorigo conserva quella “meraviglia” dalla quale non è solo la filosofia ad avere origine, ma la poesia stessa.
E se abitare poeticamente significa stare presso gli dèi e vicini all’essenza delle cose, i componimenti qui raccolti si avvicinano rispettosi all’arcano dell’esistenza e cercano l’accordo con il “canto” prodotto dalla “vibrazione” delle cose. Dell’onda resta un’evanescente traccia sulla sabbia – il gesto del poeta che si ritrae – e ciò che su di essa vi ha portato – versi levigati come certi ossi di seppia e sonanti di quelle domande senza risposta che scaturiscono da uno guardo stupito sul mondo, la vita, il tempo, la natura e l’amore.