Romero appartiene a quel genere privilegiato di poeti che parlano dall’altra sponda: perché hanno attraversato le scure acque del quotidiano e le vedono passare cariche di rivelazioni che a noi è vietato percepire.
Álvaro Mutis
Amore della parola e della creatura umana che inventa la parola. Spirito sornione che tuttavia sa prendere le distanze dalla stessa creatura e dalla stessa parola considerate nella propria incorreggibile debolezza. È questo che troverà il lettore nel libro che ora ha in mano e che si può riassumere in tre concetti: intelligenza, immaginazione, pietas.
Martha L. Canfield
Quando Sir Walter Raleigh ebbe notizia di Ewaipanoma, Armando Romero non era con lui. Ma possiamo figurarci lo stupore di Romero quando, dopo essere stato assoldato con la forza tra i ribelli del feroce Aguirre e convinto con le buone dai seguaci del nobile Berreo; dopo aver navigato lungo le correnti del Baraquan, del Maranon, dell’Arui, dell’Atoica, del Caura; dopo aver attraversato l’Emeria e l’Aromaia (non senza ristorarsi suggendo un guavo nei cortili ombrosi di Capurepana o sotto un totumo di Macureguarai); dopo aver intrattenuto ogni genere di commercio con ogni genere di ignudi Oronoqueponi (Epumerei, Iwarawaqueri, Cassipagotos, Eparegotos, Arawagotos, ecc.); ebbene: possiamo immaginarci il suo stupore quando, un bel giorno, svoltando l’angolo di casa sua, quasi picchia la fronte contro un’alta staccionata e realizza che sí, lui non era affatto con Sir Walter Raleigh. Era Sir Walter Raleigh a essere con lui.
Claudio Cinti