La poesia comica non è una novità dell’ultima ora. Ma può un poeta essere intimamente buffo e rimanere intimamente poeta? Arminio Corgo prova a dimostrarlo (altro è riconoscere lo scrittore veneziano che si maschera (o si incarna) in quel bizzarro eteronimo).
Possiamo dirci davvero felici di aver conosciuto Arminio Corgo? Di essere stati messi al corrente della sua volontà di “sfrascellare l’izzezzato”? È come una medicina amara il suo modo di scrivere, è davvero uno « sfazziare totto pa rispirà dennovo », un rimedio doloroso. Lo accogliamo tra noi come si accoglie l’ubriaco che un secondo fa ti minacciava con un coltello, e adesso ti abbraccia piangendo.
Mario Smangiabraghe
(docente di psicolinguistica incorporata nella psicanalisi
a sua volta incorporata
nello studio
delle menti diverse da quelle umane)